Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/10

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duamente la cantoniera: nelle sere piovose raccontava storielle ai bambini raccolti intorno al focolare fumoso, e ad Olì insegnò i posti ove meglio crescevano i funghi e le erbe mangerecce.

Un giorno egli trasse la fanciulla fin verso un avanzo di nuraghe, sopra un’altura, fra macchie coperte di bacche rosse, e le disse che fra i blocchi della tomba gigantesca stava nascosto un tesoro.

— Eppoi so di tanti altri accusorgios1, — egli disse con voce grave, mentre Olì coglieva finocchi selvatici; — io finirò bene col trovarne uno, ed allora....

— E allora? — chiese Olì, un po’ beffarda, sollevando gli occhi che al riflesso del paesaggio parevano verdi.

— Allora me ne andrò lontano; e se tu vorrai venir con me ti porterò via, in Continente. Io conosco bene il Continente, perchè è da poco tempo che ho finito il servizio militare. Sono stato a Roma e poi in Calabria ed in altri posti ancora. Là tutto è bello.... Se tu verrai....

Olì rise, piano piano, lusingata e felice, sebbene un po’ ironica. Dietro il nuraghe due dei suoi fratellini, nascosti in una macchia, fischiavano richiamando un passero: per l’immensità del paesaggio non s’udiva voce umana, non passava nessuno.

Il servo prese Olì per la vita, la sollevò,

  1. Tesori nascosti.