Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/103

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mugnaio? Poi pensò: — Ha madre, quel ragazzetto? — Ah, la madre, la madre! A misura che egli cresceva, che la sua mente aprivasi e le sue idee e le sue percezioni prendevano forma, il pensiero della madre delineavasi sempre più chiaro nel crepuscolo della sua coscienza nascente. In quel tempo egli frequentava la quarta elementare, tra fanciulli di ogni condizione e di ogni carattere, e cominciava ad aver sentore della scienza del bene e del male. Si vergognava già coscientemente se qualcuno alludeva a sua madre, e ricordava di essersene sempre vergognato per istinto; e nello stesso tempo provava un desiderio struggente di sapere ove ella era, di rivederla, di rimproverarle la sua fuga. Già la terra ignota, lontana e misteriosa, ove ella s’era rifugiata, prendeva ai suoi occhi linee e parvenze decise, come la terra che tra i vapori dell’alba s’avvicina al naviglio viaggiante.

Egli studiava con piacere la geografia, e sapeva già perfettamente l'itinerario da percorrere per arrivare dall’isola a quel continente dove si nascondeva sua madre. E come un tempo, nel villaggio dell’alta montagna, sognava la città dove viveva suo padre, adesso pensava alle grandi città di cui leggeva notizie nei libri di scuola, ed in una di esse, ed in tutte, vedeva sua madre. L’immagine fisica di lei si scoloriva sempre più nella sua memoria come una vecchia fotografia, ma egli se la figurava sempre vestita in costume, scalza, svelta e triste.