Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/129

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drai come tutto sarà necessario. Là nessuno penserà a te, poverino: ah, come farai tu?

— Non dubitate, ci penserò io.

Il mugnaio e sua moglie tenevano lunghi colloqui segreti, ed Anania ne indovinava il motivo; una sera poi li vide uscire assieme e attese ansioso il loro ritorno.

Zia Tatàna rientrò sola.

— Anania, — disse, — dove dunque hai deciso di andare? A Cagliari o a Sassari?

Egli veramente aveva fino a quel momento accarezzato il sogno di attraversare il mare; ma dalle parole della donna capì che qualcuno aveva stabilito di non lasciarlo ancora andar oltre le coste sarde.

— Siete stata dal signor Carboni? — chiese con fiera amarezza. — Non negate. C’è bisogno di far segreti con me? Io so tutto, io. Perchè dunque non mi lascia partire pel Continente? Gli restituirò tutto, io!

— Bah! bah! — esclamò zia Tatàna, mortificata e addolorata dall’impeto di fierezza dello studente. — Santa Caterina mia, che cosa ti passa in mente, adesso?

Anania sbuffò, sospirò, curvò il viso su un libro senza vederne una parola. La donna gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.

— Che cosa mi dici, dunque, figliuolo mio?

Cagliari o Sassari? Critica non non hai detto fino a ieri che volevi andare a Cagliari o a Sassari? Perchè vuoi andare più in là? Gesù Maria, il mare è una brutta cosa: dicono che si soffre e che