Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/155

Da Wikisource.
 
— 149 —
 


occhi con delizioso terrore, in attesa del suo grido d’amore.

— Ha letto, tuo padre? — egli chiese a bassa voce.

— Sì, ha letto; e rideva, — ella rispose, commossa.

— Rideva?

— Sì rideva. Alla fine mi diede il foglio e disse: «chi diavolo sarà?»

— E tu? E tu?

— Ed io....

Essi parlavano piano, ansiosi, già avviluppati dal mistero d’una complicità deliziosa; ma improvvisamente Margherita cambiò voce ed aspetto.

— Oh, ecco papà. C’è Anania! — esclamò correndo verso l’uscio; e uscì rapidamente, mentre Anania ricadeva nel massimo turbamento. Egli sentì la mano calda e molle del padrino stringere la sua, e vide gli occhi azzurri e la catena d’oro scintillare, ma non ricordò mai precisamente i buoni consigli e le barzellette che il padre di Margherita quella sera gli prodigò.

Un dubbio amaro lo tormentava. Aveva o no capito Margherita il vero significato del sonetto? E che ne pensava? Ella non aveva detto nulla a proposito, nei preziosi istanti che egli s’era così stupidamente lasciato sfuggire. L’aspetto turbato di lei non gli bastava; no; ed egli voleva sapere di più, voleva sapere tutto....

— Che cosa? — si domandò con tristezza. —