Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/178

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luna come gli occhi di perla d’un idolo, egli non osava baciarla, ma la fissava silenzioso e sussultava, non sapeva bene se di angoscia o di felicità.



— Il mare è calmo. Dio sia lodato! — disse uno dei viaggiatori.

Anania si scosse dai suoi ricordi e guardò la distesa verde-dorata del mare, che nel crepuscolo pareva una pianura illuminata dalla luna. Le rovine d’una chiesetta, un sentiero attraverso le macchie, perduto sull’estremo limite della costa, quasi tracciato da un sognatore che l’avesse condotto fin laggiù con la speranza di proseguirlo sul velluto marezzato delle onde, attirarono gli sguardi di Anania. Egli pensò a Renato del quale gli parve intravedere il triste profilo su una roccia guardante il mare.... No, non è lui, è un altro eroe di Chateaubriand, Eudoro, che sulle roccie marine della Gallia selvaggia sogna le rose dell’Ellade lontana.... Ebbene, no, non è neppure Eudoro.... è un poeta che si domanda:

questa roccia granitica erta sul mar che fa?

....Ma la roccia, la chiesetta ed il sentiero sono già spariti e con essi il profilo dell’incerto personaggio...

La tristezza dello studente aumentava: do-