Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/196

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sarei più stupido di te se non mi lasciassi sedurre.... fino ad un certo punto....

— Ma perchè certe cose non accadono che a certi tipi? A me no, per esempio.

— Perchè agli asini non può succedere ciò che succede agli uomini: eppoi le nostre soavi padroncine hanno, in fondo, l’onesto desiderio di trovarsi un marito e sanno che tu sei fidanzato.

— Io fidanzato?.... — gridò Anania, — chi lo ha detto?

— Chi lo sa? E di una Margherita, anche, che questa volta, meno male, va gettata ante asino.

— Ti proibisco di ripetere quel nome! — proruppe Anania, andando addosso al Daga. — Capisci, te lo proibisco!

— Abbasso le dita, chè mi cavi gli occhi! Il tuo amore è feroce!

Fremente di collera Anania si mise a impacchettare i suoi libri e le sue carte.

— Ah, — diceva, a denti stretti, — me ne vado subito, subito. Io non so vivere fra gente curiosa e volgare.

— Addio, dunque! — disse Battista, gettandosi sul letto. — Ricordati almeno che nei primi giorni che siamo giunti, se non c’ero io rimanevi vilmente schiacciato da una carrozza.

Anania uscì, col cuore gonfio di fiele: si diresse automaticamente verso il Corso, e quasi senza avvedersene si trovò in via del Seminario. Era un pomeriggio ardente; lo scirocco sbatteva