Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/301

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la inseguiva, la inseguiva, ma non arrivava a prenderla perchè i chiodi gli foravan i piedi....» Che piacere angoscioso aveva destato quella fiaba in Anania bambino, specialmente nei primi giorni dopo il suo abbandono! Quella notte egli sognò che l’uomo di Fonni gli aveva portato la novella: ella era fuggita.... egli la inseguiva, la inseguiva.... attraverso una pianura coperta di chiodi.... Eccola, ella è là, all’orizzonte: fra poco egli la raggiungerà e la ucciderà; ma egli ha paura, ha paura.... perchè ella non è Oli, è il mandriano passato nella viuzza mentre zia Tatàna era dal signor Carboni.... Anania corre, corre; i chiodi non lo pungono, eppure egli vorrebbe che lo pungessero.... Olì, trasformata in mandriano, canta: canta i versi del Lenau: I Masnadieri nella Taverna della landa; ecco, egli sta per raggiungerla e ucciderla, e un gelo di morte lo agghiaccia tutto....

Si svegliò coperto da un sudore freddo, mortale; il cuore non gli batteva più, ed egli scoppiò in un pianto d’angoscia violenta.

Il terzo giorno Margherita, meravigliata che egli non scrivesse, lo invitò al solito convegno. Egli andò, raccontò la gita, si abbandonò alle carezze di lei come un viandante stanco si abbandona alle carezze del vento, all’ombra d’un albero, sull’orlo della via; ma non potè dire una sola parola sul cupo segreto che lo divorava.