Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/174

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Il bell’uomo rise di nuovo; pareva si beffasse d’un suo intimo pensiero, ma anche la vanità, la soddisfazione, la gioia dell’uomo che si crede amato vibravano nel suo riso sonoro.

— Tu la credi capace di darsi per amore? — domandò in francese rivolgendosi a Jorgj come ad un uomo di mondo che potesse meglio di lui conoscer la psicologia d’un cuore femminile. — Io le ho detto brutalmente che non la sposerò. Non ho sposato una borghese; figurati se mi metto il giogo per una paesana. Ella dice che è più contenta così; ha l’anima della schiava.... superstiziosa, barbara, complicata più che un’anima modernissima. La storiella dello spirito se l’è inventata lei, caro! Io non la chiamai, l’altro giorno; entrò lei, nel mio studio, e disse che voleva andarsene perchè l’avevo sgridata tre volte in una mattinata. La cacciai via, le dissi che se se ne andava mi faceva un piacere santissimo. Lo spavento è stato questo, ottimo amico mio! che io la cacciassi via davvero. Ritornò mogia mogia, e poco fa.... accadde quel che doveva accadere. Ella mi baciava le mani; le sue labbra ardevano. Dice che mi ama fin da quando aveva dodici anni: pare che fosse malata, in quel tempo, e che io la curassi con premura.... Basta, basta. La terrò con me, sono contentone; ma sposarla no, non lo sogni neppure!... E non sperare neanche nel mio testamento, le dissi. No, cara, io non credo all’amore delle donne: e neanche a quello degli uomini, a nessun amore. Non esiste che l’istinto, l’interesse, l’abitudine....

— Allora lei un giorno o l’altro, quando sarà stanco, caccerà via la sua serva...

— Questo no, mai!

— E se la terrà vuol dire che le vuol bene!... Se la terrà anche quando non la desidera più vuol dire che l’amore esiste.... Sì, sì, esiste! Gli