Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/254

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pomo dell’ombrello. — Lei, signor Giorgio, è qui, vinto dalla sua passione per quella donna; e adesso.... adesso.... dice che non gliene importa più nulla! Perchè? Perchè lo nostre passioni cadono come vapori? E il peggio è che rinascono sempre, ritornano sempre, appunto come i vapori nell’aria! E così, lei mi dimenticherà, signor Giorgio! Guarirà, si alzerà, tornerà ad amare e ad odiare: e un bel giorno troverà fra le sue carte la mia fotografia sbiadita e dirà: è di quella signorina frivola che era venuta al mio paese....

— Non si prenda gioco di me! Io non sono nè il dottore nè il prete....

Ma ella parlava sul serio, vinta da un indicibile senso di tristezza.

— Le dico che è così! Vedrà!

— Ma le pare possibile? — egli disse allora, cercando sotto il guanciale l’astuccio con la penna che ella gli aveva regalato. — Io non guarirò.... lo sento; ma non importa.... Non mi dispero; e sa perchè? Perchè sono quasi felice di viver così, immobile, già sepolto, per poter pensare solo a lei, sempre a lei.... Io stavo tanto male, prima che venisse lei, perchè non amavo, non sentivo pietà di nessuno, neppure di me stesso. Era questa la vera paralisi che mi angosciava. L’orgoglio solo mi sosteneva, ma sentivo indebolirsi anche quello, e la morte aleggiava intorno a me. Ma lei venne, Mariana, lei che è la vita, ed ha cacciato via il lugubre fantasma. Come posso dimenticarmi di lei? Solo quando le diranno: Giorgio è morto, solo allora potrà ripetere le parole che disse poco fa....

Scrisse qualche parola sul margine della fotografia e riprese: — Se vuole, parta pure. Vada, si diverta, viva. Non ho paura a star solo, oramai, poichè ella