Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/255

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mi ha promesso di ricordarsi di me. Vivrò aspettandola....

Sollevò la fotografia ed ella lesse sul margino bianco:

Nessuno ti amerà dell’amor mio,

e non seppe perchè, ella che era sana e fortunata, che poteva andarsene per il mondo lieta e lieve come l’allodola su pei cieli, ebbe invidia del suo povero amico malato.



Più tardi ritornò il prete. Diventato amico intimo di Jorgj egli andava ogni giorno a trovarlo.

— È impossibile parlare quando c’è quella ragazza, — disse stringendogli la mano. — Essa non lascia in pace nessuno e tu, d’altronde, quando c’è lei, non capisci nulla. Devo parlarti di una cosa molto grave.

Sulle prime Jorgj credette che egli volesse parlare della visita di Columba e dell’alterco di lei col nonno: ma prete Defraja si passava e ripassava la mano sui capelli, come ogni volta ch’era molto preoccupato, e accennava a voler dire qualcosa di più grave.

— Tu mi hai spesso parlato dei tuoi sospetti su Dionisi il mendicante. Si tratta di lui. Tu non l’hai più riveduto?

— No, perchè? Che c’è di nuovo?

Siccome il prete taceva continuando a lisciarsi i capelli, Jorgj s’inquietò.

— Io non sospetto; sono convinto! Perchè egli è sparito, dopo quel giorno? Egli veniva spesso da me, in questi ultimi tempi; il rimorso e la paura lo guidavano. Quando io gli raccontai d’a-