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cosima 37


lei e la famiglia, ma non poteva darle la soddisfazione e il piacere dei quali tutte le donne giovani hanno bisogno.

Ed ella non poteva procurarseli fuori del recinto domestico: non poteva, per dovere innato. Aveva una volta amato? Si diceva che, sì, prima di sposarsi, avesse corrisposto ad un giovine povero: nessuno sapeva però chi era, e forse neppure esisteva. Ci sono mole donne che vivono del ricordo di un amore fantastico; e l’amore vero è per esse un mistero grande e inafferrabile come quello della divinità.

Inoltre la famiglia della mamma era tutta un po’ strana. Il padre, d’origine straniera, chi diceva genovese, chi addirittura spagnuolo, aveva fatto un po’ tutti i mestieri: in ultimo, proprietario di una casa e di un piccolo podere nella valle, si era ritirato in questo, in una capanna, e viveva da eremita, coltivando la poca terra e allevando uccelli e gatti selvatici. Eppure i figli erano venuti su bene, perché la loro piccola madre li educava santamente: uno era prete, l’altro segretario comunale in un paese del circondario: le figlie sposate: ma tutti avevano un carattere diverso da quello degli abitanti del luogo; mattoidi, li chiamavano, questi altri abitanti beffardi e scrutatori, mentre i figli dell’eremita erano distratti e sognatori e quando parlavano dicevano sempre parole di tagliente verità.