Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/162

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una triste felicità nel sentirsi riamato da Maddalena. Tutto ciò che prima gli sembrava peccato e dolore ora gli pareva diritto, gioia; tutto ciò che prima gli destava orrore ora lo attirava vertiginosamente.

L’ultimo giorno di carnevale egli, Pietro, Maddalena e le altre due giovani donne si mascherarono. Gli sposi eran di buon accordo, anzi Pietro era allegro oltre ogni dire. Zia Annedda si oppose debolmente al progetto di quella mascherata, ma non le badarono. Col suo semplice buon senso la piccola vecchia disapprovava le mascherate, i balli, i traviamenti carnevaleschi; e si fece promettere da Maddalena di non ballare, almeno, specialmente con altre maschere sconosciute, e specialmente i balli civili, quelli che permettono alle coppie di stringersi e toccarsi.

Maddalena e le amiche vestivano da gatte, indossavano cioè due gonnelle scure, una allacciate alla vita, l’altra al collo, e avevano la testa imbacuccata con uno scialle; gli uomini erano mascherati da turchi, con larghe sottane bianche strette ai ginocchi, e corsetti femminili, di broccato a vivi colori, messi all’inverso, allacciati dietro e con la parte del dorso sul petto.