Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/163

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Uscirono, un momento che la straducola era deserta, e scesero nelle vie dove Nuoro assume aspetto di piccola città: le donne procedevano un po’ timidamente, tentando di cambiar passo, paurose d’esser riconosciute, soffocando sotto la maschera di cera le loro risate di gioia puerile.

E gli uomini andavano rozzamente avanti, quasi ad aprir la strada alle compagne: di tanto in tanto Pietro emetteva un grido selvaggio, gutturale, allungando il collo come un galletto. Allora Elias ricordava gli urli di gioia dei cavalieri diretti a San Francesco in un puro mattino di maggio. Il cuore gli batteva; fin dal primo momento egli, che sapeva un po’ di balli civili per averli imparati in quel luogo, aveva detto a sè stesso:

— Ballerò con Maddalena.

Non importava il divieto di zia Annedda, la promessa di Maddalena: egli era arso dal desiderio di ballare con lei, e sarebbe passato su qualunque ostacolo per riuscire nel suo intento.

Una forza selvaggia e ribelle si agitava in lui: come un tempo riusciva a dominarsi ed a voler il bene altrui, ora sentiva tutta l’audacia del male, e voleva appagare i suoi