Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/203

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— Ah, la colomba! Lo dicevo io che non poteva farci il torto di rimaner sterile. Ah, il piccolo Portolu, il nuovo colombo, quando dunque lo vedremo? — diceva ogni tanto.

— Eh! — disse Mattia ridendo. — Voi vorreste che nascesse subito subito e che fosse già qui a guidar le pecore!

Elias si sentiva batter forte il cuore, e pensava non senza dolore: “Se essi sapessero!„ ma in fondo era lieto e, strana cosa, quasi contento di aver dato quella felicità ai suoi. E come zio Portolu, non vedeva l’ora che il bimbo nascesse.

Intanto i giorni passarono, ritornò il freddo, la nebbia, la neve; venne un inverno rigidissimo, ed Elias, ch’era assai freddoloso, ricominciò a sentirsi a disagio nell’ovile. Come nell’anno passato, desiderava la dolcezza del focolare, di una vita chiusa e comoda. “Oh, che dolcezza!„ — pensava, — “passare le lunghe sere accanto al fuoco, vicino a Maddalena!„ Ma adesso non la sognava come l’anno passato, con passione fremente; no, la vedeva accanto ad una culla, e sentiva una ninna-nanna nostalgica che gli ricordava quelle della sua infanzia. Così, senza ch’egli se ne sapesse dire il perchè, il ritmo del suo cuore