Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/208

Da Wikisource.

— 202 —

questo„, pensava, e un nodo gli serrava la gola. Ma la sua decisione era ferma, e più i giorni passavano, più egli s’abituava all’idea di lasciare tutto e di cominciare una nuova vita. A poco a poco, quando ebbe segretamente detto addio ad ogni più piccola cosa, ad ogni albero, ad ogni pietra, alle bestie ed agli uomini, le idee gli si rischiararono e cominciò a vedere nell’avvenire.

Ritornando in paese se ne andava in chiesa e vi restava lunghe ore, e assisteva con intensità alle funzioni religiose. Il suono dell’organo, la solenne lamentazione dei canti liturgici, le vesti dei sacerdoti, tutto lo incantava: e pensando che un giorno anche lui canterebbe quelle preghiere che gli davano uno struggimento di dolcezza, e che indosserebbe quegli abiti luminosi e santi, dimenticava tutto il passato e si sentiva felice. Ma rientrando a casa si turbava ancora, specialmente davanti a Maddalena.

“Che dirà quando saprà?„ pensava continuamente. Gli pareva di non amarla più, tanto più che essa era diventata quasi deforme, gialla e gonfia in viso; ma si sentiva legato a lei da un nodo indissolubile e aveva paura di rompere questo legame.