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prime avventure di giaffà 19


neria e l’ingordigia. Mangiando pensava: — Bisogna che di questi «Canta-di-notte» io ne procuri uno che ci duri una settimana. È cosí buono... cosí buono! Ha uno speciale sapore!... —

Venuta la notte, cosa fa? S’arma di un grosso randello e di un coltello affilato, e si apposta dietro la porta di casa.

Ogni notte era abituato a passare per quella via un giovinotto da poco sposo, che abitava un po’ piú in là della casa di Pan-a: e cantava, cantava, per annunziar da lontano alla sposa il suo ritorno. Si chiamava Sciú-cia-ciau. Cosa significa questo nome? chiedete. Ma, veramente sono imbarazzata nel rispondervi. Forse qualche cosa di poco allegro, nonostante quell’ultimo ciau. Ad ogni modo quel giovinotto era un disgraziato.

Sentite che gioco gli fece Giaffà. Egli era dunque dietro la porta. Appena udí la voce di Sciú-cia-ciau, sbucò sulla via e atterrò col randello il misero cantatore. Poi lo trascinò entro casa, e chiamò ridendo la madre.

— Pan-a, Pan-a! Ecco un bel canta-di-notte! Ne avremo per una settimana.

— Che hai tu fatto, che hai tu fatto! — co-