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ultime avventure di giaffà 33

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Perciò il giorno seguente, scoperta la gravissima cosa, lo rimandarono da sua madre. Lui, non per malvagità, ma perché aveva sempre la testa nelle nuvole, si guardò bene dal tornare dalla vecchia e buona Pan-a. E andò a trovare un amico: il non vederlo per tanto tempo era stata l’unica spina durante quei mesi trascorsi. L’amico si chiamava Li-foi, ed era intelligentissimo. Ora, non vi deve sorprendere, miei cari, che una persona intelligente sia amico di uno stupido come Giaffà. È una legge di compensazione negli uomini: gl’intelligenti hanno il dovere di insegnare sempre qualche cosa a quelli un po’ dimenticati dalla mano benigna di Confucio.

Trovò Li-foi che dopo aver mangiato un nido di rondine, se ne vedevano i resti sopra un tovagliolo di carta velina, stava intento a uno stranissimo gioco.

Li-foi era ricco, nobile, conosceva tutta la religione e le leggende: perciò si poteva permet-

DeleddaGiaffà. 3