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112 per la sua creatura


— Senti. È venuta una signora, una ricchissima signora straniera. Vuole la nostra bambina: la adotterà. Gliela dobbiamo dare.

Il marito rise.

— Tu sei matta! E quella è matta!

— No, no, no! — singhiozzò la piccola signora. — Non siamo matte: è la verità. La signora vede sempre la bimba, perchè la balia è figlia del suo giardiniere, e sta ad Albano, e la riconosce, e sembra un uccellino....

— Cosa? cosa? — gridò il marito intontito.

— La signora sembra un uccellino? O il giardiniere....

— No, no, no! — interruppe la piccola signora. — La nostra bambina, il nostro uccellino.

E continuando a piangere spiegò meglio le cose, e concluse dicendo che, per il bene della bambina, dovevano cederla.

Allora il marito s’irritò sul serio.

— Cederla! — gridò.— Come un sacchetto di carbone, come un paio di stivali! Ma tu sei pazza! Ma non credevo che tu fossi così matta!

E continuò a gridare, e insultò la moglie, dicendole che voleva vender la sua creatura, per poter un giorno sfruttarla, ed aggiunse: