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i giuochi della vita 149


— Ciò che mi avvilisce è il freddo: quando ho i piedi freddi non ragiono più: mi avvilisco come quando penso a ciò che tu sei.

— Che cosa sono io? — chiese il giovine ridendo.

— Un manutengolo vile.

Egli era impiegato nel Lotto, e per Carina, nemica di tutte le istituzioni, il Lotto era naturalmente un continuo ladrocinio.

— Benissimo, grazie, — disse il giovine inchinandosi. — E tu che mi hai sposato cosa sei?

— Manutengola anch'io, — ella rispose scherzando.

— Tu non avevi bisogno di ciò; e tuo padre....

— Basta! — diss'ella con voce quasi selvaggia.

Tacquero; e l'ora dei crudeli scherzi pareva passata, quando la giovine coppia raggiunse nel marciapiede, prima di arrivare al bazar Roma, due donne impellicciate, una delle quali lasciava strascicar la coda del vestito con un'aria ridicola da gran dama.

— Per acquetare i miei nervi ho bisogno di mettere il piede su quella coda, — disse piano Carina. — Infatti mise il piede sulla gonna dell'elegante signora e passò oltre trascinandosi dietro il marito esterrefatto.