Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/158

Da Wikisource.
150 i giuochi della vita


La gran dama di “princisbecco„ imprecò in romanesco, ma i Goulliau eran già lontani, confusi tra i curiosi che guardavano le vetrine del bazar; e Carina rideva come una ragazzina.

— Chi le aveva detto di lasciar strascicare la coda? — diceva; — peggio per lei.

— Sei pur cattiva, però. E se lo facessero a te?

— Io non sono una bestia e perciò non posso aver la coda, — ella rispose. E riprese l’argomento di prima: — Son cattiva perchè fa freddo. Perchè deve far freddo? Perchè siamo poveri? Perchè mio padre ha sposato quella donnaccia e mi nega il sussidio mensile? Perchè non trovo un editore mentre tante stupide donne, tanti scimmiotti, tante cretine lo trovano?

— Il tuo torto è di crederti superiore a tutti, — disse Goulliau, dandosi un’aria paterna. — Ci son pure delle donne che hanno meritato il posto ove si trovano, perchè hanno lottato ed hanno avuto pazienza e costanza e non si sono credute qualche cosa finchè il pubblico non lo ha loro detto. Tu invece non vuoi lottare, e ti battezzi già da te per un fenomeno d’ingegno e ti credi una vittima perchè cinque o sei editori hanno respinto il tuo manoscritto.