Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/219

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i giuochi della vita 211


dava l'estrazione e di tanto in tanto offriva con voce distratta la sua merce.

Il bimbo dal grembiale bianco venne bendato; la ruota girò più forte. Cominciò l'estrazione. Il bambino bendato, quel bimbo senza sangue e senza sorriso, che rappresentava benissimo una triste e anemica Fortuna senza malizia e senza grazia, accecata dal calcolo di uomini senza ideali, introdusse nella ruota la manina scarna ed estrasse con le ditina sottili una prima palla. L'usciere la prese, la mise su un piatto di reticella metallica, e la porse al controllore, che la passò al direttore. E le mani abili dell'uomo serio e imponente aprirono la palla con la stessa grazia severa con cui l'avevano chiusa. Il foglio scaturì; fu svolto, passò nelle mani dell'usciere dai galloni rossi, che gridò il numero, mostrando il foglio da una parte e dall'altra, di qua e di là, alla folla ansiosa. Subito dopo il numero apparve sull' inquadratura al di sopra della loggia. Un mormorìo salì dalla folla attentissima; i gruppi si strinsero, qualche voce gettò ai curiosi lo scherzo, l'osservazione, il paragone atteso; qualche risata vibrò. Per cinque volte si ripetè la stessa scena, lo stesso agitarsi, lo stesso mormorar della folla. Il