Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/47

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o almeno quel tanto di sentimentalismo che dà la vita quieta dei piccoli paesi e specialmente della campagna. Si perde anche la fierezza, quella fierezza che è semplicemente un romanticismo inutile. Si diventa tutt’al più o ambiziosi o indifferenti.

Il Tedde lo guardava un po’ meravigliato, e non gli diceva quanto lo trovava mutato, ma sentiva compassione di quel fanciullo pallido e scarno, e si rimproverava acerbamente di aver contribuito a farne uno spostato. Pensava:

— Poteva diventare un buon lavoratore, e invece ne abbiamo fatto un cattivo e infecondo pensatore, uno scettico, forse un anarchico!

Per rimediare alquanto al mal fatto, il Tedde credè bene d’invitare a cena il suo antico scolare.

Ma sulle prime Andrea rifiutò quasi sdegnosamente; poi pensò:

— Forse egli crede che io mi vergogni di andare da lui, perchè ho le vesti e le scarpe logore, — e accettò.

Cadeva la sera, tiepida, un po’ vaporosa. Ripassando davanti alla sua casetta, Andrea si volse, e disse ridendo: