Pagina:Deledda - Il cedro del Libano, Milano, Garzanti, 1939.djvu/155

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non faccia dimenticare le superflue fantasie, e le stelle filanti che solcano la fronte buia dell’orizzonte non diano l’idea che anche il cielo sudi.


Felicità, dunque, completata da piccoli aiuti quotidiani, da risoluzioni di problemi materiali che in città assumono spesso, per quanto sembrino banali, colore di dramma, turbando l’equilibrio delle ore di lavoro e della pace domestica. Qui tutto è facile, pronto e cordiale: se si ha bisogno di un operaio, ecco l’uomo appare come il mago del bosco, coi suoi arnesi miracolosi; c’è, di faccia a casa, il vecchio adusto contadino, che coltiva il nostro piccolo parco, e se gli si offre un bicchiere di vino canta ancora un inno alla vita; e la gagliarda compagna vi fa il bucato con la cenere vergine del suo focolare, e vi porta, strette al seno perchè non perdano il calore del nido, le uova salutari. Passano, rapide e asciutte, le donne con l’offerta dei doni della terra e del mare: eccole ai vostri piedi, col loro odore di pesce o di solco concimato, coi loro cesti; e insistono perchè, oltre al necessario, sia accettato un piccolo regalo di pomidoro o di cannocchie ancora vive.

Gradito è anche il passaggio dell’uomo delle maglierie, gobbo come un cammello sotto le sue gualdrappe frangiate e colorate; e quando le espone sul parapetto della loggetta terrena, tutte le donne di casa corrono come api intorno ai fiori, sedotte dagli scialli che ricordano la coda del pavone e dalle magliette zebrate o rosse, soprattutto rosse, il colore che attira poi a sua


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