Pagina:Deledda - Il cedro del Libano, Milano, Garzanti, 1939.djvu/167

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un’altra bottiglia comparsa misteriosamente sopra coperta, si decise a rivelare, ma più a cenni che altro, la ragione per la quale, facendo una memorabile eccezione, era venuto a prender parte al nostro festino. Quel giorno compiva gli ottanta anni.

Per questa stessa ragione la festa fu prolungata fino al tardi, e l’anfitrione fece la polenta e arrostì i pesciolini portati da Justin. Fermata la ruota, un silenzio che stordiva più che il fragore dell’acqua si allargò intorno, con una sospensione di realtà. Pareva si fosse versata una abbondante quantità d’olio sul fiume, e le cose s’imbrunissero per il riverbero ambiguo: ma la treccia della fanciulla, appoggiata con le spalle al parapetto, tramandava ancora una luce dorata; e quasi fosforescente era la barba del vecchio pescatore che tutti noi guardavamo, un po’ volutamente, eppure inteneriti, come l’immagine paterna del tempo.


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