Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/238

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232 la casa maledetta


muro: anche il gattino, di cui il sottoscala era il regno, venne e guardare curioso e cauto, inarcato sulla parete con la coda dritta; pareva sapesse qualche cosa e seguiva coi grandi occhi verdi l’ombra del badile: d’improvviso miagolò, balzò, addentò un ossicino bianco ch’era venuto fuori con la terra smossa e scappò via.

Annedda diede un grido.

Altri ossicini venivano fuori. Ella depose il lume per terra, s’inginocchiò e cominciò a raccogliere gli ossicini riponendoli mano mano nel grembiale di cui aveva cacciato le cocche nella cintura.

Mastro Antonio sudava quasi scavasse un pozzo. Sì, sudava tanto che dovette passarsi il dorso della mano sulla fronte umida lucida e poi asciugarselo sotto l’ascella: eppure provava tanta soddisfazione che, forse per la prima volta in vita sua, scherzò:

— Che belle noci e mandorle raccogli, Annè!

E quando tutto fu finito rimise la terra nel buco e vi calcò il piede. Ma quando tornarono fuori, alla luce del giorno, Annedda con le ossa nel grembiale, egli sbattendosi le