Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/271

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nascere povera e brutta, voi? Non avevo neppure la bisaccia per andare a chiedere l’elemosina. Non avevo neppure le scarpe: neppure i lacci delle scarpe, avevo. E quando sono stata in età di ragionare, non mi sono forse presentata in casa del prete e in casa di Mattia Senes, il sindaco, perchè mi procurassero almeno un posto di serva? Va prima e levati la crosta dal viso, mi risposero, e Mattia Senes mi aizzò il cane suo livido come il lupo. Ancora mi si rizzano i capelli al ricordarlo. Avevo quattordici anni, e ancora non potevo andare in chiesa perchè non avevo nè scarpe nè giubbone. E allora venivo a pregare nella chiesa del camposanto, fra i morti, poichè i vivi non mi volevano. E così zio Antonio mi vide e disse se volevo sposarlo. E l’ho sposato, ebbene? ridevano, sì, ma nessuno mi porgeva la mano. E i ragazzi ci buttarono le pietre, e alla notte suonarono le trombe. Ma verranno anche per voi le trombe del giudizio universale, maledetti siate. Sì, Dio; perchè le persecuzioni furono tante che mio marito piangeva, ad ogni morto che seppelliva, quasi gli fosse figlio o nipote. E infine mi disse: «Rasalia, me ne vado in