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172 | il flauto nel bosco |
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La vettura continuava il suo triste viaggio.
Adesso percorreva un viottolo stretto fra due siepi; e la nonna si meravigliava che l’ospedale fosse così lontano.
D’un tratto il cavallo inciampò di nuovo, ed ella propose alla guardia di scendere e proseguire la strada a piedi.
— Lei è pazza, — disse il cattivo uomo; — non si arriverebbe neppure fra un’ora.
Mille angosciosi pensieri le oscuravano la mente; aveva paura che il vetturino sbagliasse strada, o conducesse lei e il suo compagno in qualche luogo pericoloso; e non sapeva se era giorno o notte: aveva perduto la nozione del tempo e le pareva di aver la testa avvolta in un velo nero. E il più terribile era che, come nei sogni, ella sentiva di non aver più la volontà di vincere la sua angoscia: mentre quando si è desti, vale a dire si è vivi, basta questa volontà a rendere sopportabile anche il più crudo dolore. Quando si sogna nel dormire, invece, e si è quindi già nel regno della morte, si sente che ogni volontà è inutile, e il dolore è completo.