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174 | il flauto nel bosco |
conducesse ai confini della terra; laggiù dovevano seppellirla.
E tutti i più dolci ricordi del diletto fanciullo le tornarono al cuore, e da fiori si mutarono in serpi: e il dolore ch’egli le dava, e questa prova d’ingratitudine e disamore per lei, aumentarono il suo amore per lui. Lo vedeva disteso lungo pallido sul letto dell’ospedale, con la giovine bocca e i grandi occhi tinti dalle viole della morte, e si faceva coraggio solo per far coraggio a lui, e aiutarlo nel passo ultimo come lo aveva aiutato nei suoi primi passi.
E pensava di mettergli la lettera in mano, poichè egli l’aprisse al di là e tutto il suo eterno avvenire ne fosse illuminato di gioia.
*
Lo squillo nervoso del telefono la svegliò dal suo cattivo sogno.
Era lui che chiamava.
— Nonna, scusami; ho tardato; sono con degli amici che mi tengono a colazione con loro. Nonna...
— M’ero addormentata; e sognavo, — ella disse, con una voce lontana ancora fredda d’angoscia.
Egli non badava a lei.