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182 il flauto nel bosco

forestiero. Un ometto però, seduto lì accanto, non potè tenersi dal dire:

— Qui la benedizione ce la dà la sora Nina, e che benedizione! Mi pare che anche lei la senta.

— Lei è comunista? — domandò fieramente il provocato.

— Qui non ci sono nè comunisti nè fascisti. Non c’è che un comune fascio di italiani che bevono alla salute e gloria della patria.

Uno scoppio di riso discreto scosse la compagnia: anche il signore laggiù sorrise, e il nostro amico, che non lo perdeva mai d’occhio, si sentì scorrere quel sorriso nel sangue con un brivido profondo.

Invitò l’ometto al tavolino, e fu lui adesso a far cenni alla padrona come fossero d’intesa da anni; poi raccontò i suoi affari di famiglia al nuovo amico, e lo invitò al suo paese e a casa sua.

*

— La mia famiglia, non faccio per dire è la più onorata e ospitale del paese. Ho ancora viva la nonna, sì, proprio la nonna, l’amico qui può affermarlo. Con questo non voglio apparire giovine io: la nonna ha cento cinque anni, e vede benissimo