Pagina:Deledda - Il nonno, 1908.djvu/197

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la medicina 195


— Ma no, cristiana! Ti dico che, trattandosi di un voto, è anzi cosa meritoria. Senti, una volta ho sentito raccontare da un militare che è stato in continente, che le signore di là, le più ricche, fanno certe feste, dove va molta gente: e loro, quelle riccone, domandano l'elemosina, e poi, con quel denaro, fanno molte opere buone. È la stessa cosa.

— Oh no, oh no! È altro, è altro! — borbottava Liedda.

Ma infine si calmò e cominciò a parlar male del misterioso dottore.

— È matto, sapete. È stato medico condotto in parecchi paesi e dappertutto lo hanno cacciato via. È stato anche sotto processo perchè diede il veleno a un uomo che aveva un cancro inguaribile, e lo fece morire prima dell'ora. Così il dottor Suelzu è caduto in miseria, ed ora ha una lite con un suo fratellastro, col quale si odiano a morte.

— Ah, egli ha una lite? — domandò ziu Tòmas, pensieroso, spiegandosi la visita del medico alla maga.

— Sì, ha una lite. Pare che il fratellastro si sia impossessato di tutti i beni del dottor Suelzu: dicono che, dopo questo fatto, il dottore sia diventato più matto di prima. Quando parla dice sempre cose stravaganti: non bisogna credere a quello che dice…

— Oh bella! oh bella! — mormorava ziu Tòmas. E ridiventò triste.