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32 grazia deledda

tura del frate, Sebiu guardava Marianna, ch’era alta e sottile, ma non riusciva che a vederne gli occhi dolci e chiari, il cui bianco, al riflesso della luna, sembrava di madreperla: e gli pareva di aver altra volta incontrato quella donna.

— Poco fa il vecchio s’è inquietato, protestando la sua innocenza e accusandomi di averlo tradito e rovinato, con l’avvertirvi, - egli concluse, - ma che dovevo fare? Ho fatto male?

— Tu hai fatto bene: hai fatto quello che doveva fare un cristiano. E Dio solo potrà ricompensarti, - ella rispose commossa.

Arrivati davanti alla capanna, egli la trattenne, dicendole sottovoce:

— Egli si spaventerà, nel vederti. Potrà fargli male...

— Lascia che si spaventi! - ella disse quasi con asprezza. E lasciò cadere il lembo della benda che le copriva metà del viso. Allora Sebiu provò un senso di sorpresa, quasi come quando il finto frate gli era apparso nel suo vero aspetto.

Marianna rassomigliava a Pottoi. Gli stessi occhi dolci e chiari, lo stesso pallore diafano, le stesse fossette agli angoli della bocca dalle labbra sporgenti.

Ella entrò nella capanna. Egli rimase fuori, dominato da un improvviso e quasi violento senso di tenerezza ardente verso la donna che veniva di lontano e gli appariva come sua moglie in sogno, misteriosa e inafferrabile.