Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/121

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credere che io pensi a te per interesse: no, no, cara mia, ti sbagli! Se tu dovessi maritarti pensa a me, se hai cuore. Io ti sposerei anche se tu non avessi neppure camicia. Pensaci!

Ella era diventata pensierosa.

— Tu sei certo che io devo maritarmi! Chi ti ha detto questo? Voglio saperlo.

— E tu, forse, mi dici i tuoi segreti? Dimmi i tuoi e ti dirò i miei!

— Chi non conosce i miei segreti? Vedo che persino tu li conosci! Su, dimmi quello che sai; ti giuro che se c’è qualche cosa di vero te lo confesserò!

— Sentimi, — egli disse, mentre ella si morsicava le labbra per vincerne il tremito, — ti parlerò come in confessione. Però non domandarmi il nome di chi mi ha date queste informazioni. Io so dunque di certo, che il.... tuo padrone vuole andarsene da Nuoro e vuol disfarsi di te; ma prima vuol darti marito.

— Non è vero niente! — ella gridò, e si nascose il viso fra le mani, come per mascherare la sua rabbia e il suo dolore. Egli pensò:

— Adesso l’ho fatta bella!

— Però, intendiamoci, Marielène! ti ripeto ancora che non son venuto con idee interessate. Io sarei contento se egli ti