Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/297

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giorni usciva tutta vestita da paesana benestante, con stivaletti da signora e coperta di gioielli, e a giorni andava in campagna, scalza e in guarnellino, a cogliere erbe mangerecce in compagnia di quella buona lana ch’era Predichedda, ecco rientrò inaspettato Bruno.

Marielène gli andò incontro inquieta. Egli era pallido, invecchiato, con gli occhi cerchiati.

— Bruno, cuore mio, che hai?

— Ma nulla!

— Tu stai male. Sei pallido come un pezzo di tela. Perchè sei tornato allora?

— È la prima volta che torno inaspettato? Ti assicuro, non ho nulla! — egli disse irritandosi.

Ma il suo insolito accento di collera impensierì maggiormente Marielène. Ella non insistè, ed egli sedette accanto alla porta spalancata. Era una sera dolce e luminosa; sopra il muro del cortile si stendeva una fascia di cielo color d’oro, e dall’orto di Sebastiana saliva il profumo delle rose. Egli si sentiva stanco, quasi disperato. Dopo giorni e giorni di lotta, di passione, di desiderio e di pentimento, s’era deciso a scendere a Nuoro con la scusa di consultare un medico, — poichè aveva avuto un altro accesso del suo male mi-