Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/371

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— Non t’avevo riconosciuto!

— Son così cambiato?

— No, son io che da qualche tempo in qua non ci vedo bene: ho un po’ gli occhi velati, — ella disse, passandosi le mani sugli occhi spalancati e sul viso scarno e rosso, ma d’un rossore livido. — Sebastiana poi non disse che dovevi scendere. E adesso lei che fa? Non torna? L’aspetto.

— Sì, non dovevo scendere, — egli disse, beffardo, — ma poi ho pensato: andiamo giù, divertiamoci. Voglio far festa!

— Vieni alla messa? Io e tua suocera abbiamo intenzione di andarci.

— Andate pure! Io voglio far festa per conto mio....

— Egli cercava l’Arrita.... — mormorò Bruno.

Allora Marielène gridò:

— Non sai che l’ho cacciata via? Ah, ah, la signora! La vecchia bastarda, ruffiana e ladra! Ah, tu hai bisogno di lei? Ah, tu....

— Elena, basta! — gridò Bruno.

— No, volevo solo pregarti d’una cosa, Predu Maria. Se la vedi dille che si guardi bene dal continuare a calunniarci: se no... se no.... tu mi conosci, io non son donna da lasciarmi offendere....

Egli la guardava con ironia, senza ac-