Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/63

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parole scherzose alla giovane serva, e nei momenti in cui questa era assente, parlava dei suoi affari e dei suoi progetti come se alla sua tavola sedesse, non un povero carbonaio, ma uno speculatore fortunato come lui.

Marielène non apparve mai nella sala da pranzo, e quando Sebastiana sparecchiò, il vecchio riprese a parlare della tanca Moro e della nonna di Antonio Maria.

— Sono stato da lei non più tardi d’avant’ieri; ella sta accoccolata davanti a un focolare fumoso, in mezzo alla cenere, e sembra una préfica mummificata, ricoperta da una crosta di fuliggine. Intorno girano le nipoti, ardite, belle, ma ignoranti come giovanette barbare; esse mi guardavano tutte, nonna e nipoti, come un nemico che fosse andato là per un armistizio. Quando dissi alla vecchia: la tanca vi rende, ma poco, mentre con la somma che io vi darei potreste farvi una bella casa o coltivare meglio un vostro podere; essa mi fissò con uno sguardo ironico, e una delle nipoti disse solennemente: ma soldi ne abbiamo, grazie a Dio!

— Forse il nipote.... — insistè Bruno.

Ma il padrone non rispose, e gli offrì un sigaro, che egli accettò ma non osò