Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/98

Da Wikisource.

— 92 —


rebbe come un padre che accondiscende a tutti i capricci dei suoi figli.

— Sembri un prete, figlio caro; scommetto che giocare a carte ti sembra peccato mortale!

Infatti era così, ma per non passare per troppo stupido Predu Maria giocò e vinse. La posta dopo la prima sera era aumentata; e Bruno aveva preso gusto a giocare perchè vinceva spesso.

Durante la partita il discorso cadde ancora su Sebastiana, e siccome Bruno ripeteva ciò che aveva sentito raccontare dal capo‐macchia anziano, che cioè la maestra Saju minacciava di querela chiunque osasse tentare di sedurre sua figlia, Lorenzo ricominciò a ridere con sarcasmo.

— Oh perchè ridi? Anche tu sapevi questo fatto: o sai forse qualche altra cosa? — insisteva Bruno.

— Io? Niente. Rido perchè ne ho voglia.

Ma il capo‐macchia insolitamente irritato cominciò a difendere la maestra Saju e Sebastiana e Marielène.

— Voi fate presto a disprezzare, a sospettare. Elena, per esempio, Elena, per voi è una donna perduta. Secondo me invece, è più onesta di molte mogli legittime. Vive con un uomo onesto, lavora, non fa del male a nessuno. Sappiamo noi