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guardarmi, qualcuna con pietà, qualche altra con curiosità e anche con benevola derisione.
Forse pensavano che la zia mi avesse cacciato di casa: mi fece dispiacere quel modo di trattare i miei affari, ma in fondo ero disposto a tutto, pur di trovare lavoro.
Il droghiere aveva ripreso a servire le donne e a segnare i conti su pezzi di carta straccia: io già provavo un senso di umiliazione credendo ch’egli neppure desse risposta alla raccomandazione del suocero, quando uno di quei brani di cartaccia gialla fu dato anche a me come un conto: c’era scritto: “Torna da me verso la una”.
*
Verso la una ero davanti alla drogheria deserta, accecato dal sole della strada, dal barbaglio del mare che pareva uno specchio mosso, e dai miei folli sogni per l’avvenire.
Il vento gonfiava la tenda sopra la porta; un odore di pepe e di caffè usciva dal negozio come da una scatola di droghe.
Guardo dalla porta; non c’è nessuno; certo, son venuto troppo presto; ma il vento apre anche una tendina rossa in fondo alla drogheria e