Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/142

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quasi sera; una sera rossa, luminosa: l’uomo mi tirò su e mi trovai sulla spiaggia nudo come appena nato.

Egli mi dava dei colpi con la mano aperta; io mi misi a ridere.

Egli mi aiutò a rivestirmi; poi mi condusse nel suo casotto, in cima a una fila di capanne di legno per bagnanti, e mi diede da bere del rum che finì di rianimarmi; allora riebbi il senso della triste realtà della mia vita.

— Perché, vecchio marinaio, mi hai salvato? Ecco la seconda volta che credi di aiutarmi e mi rovini — pensavo: ma non osavo dirglielo.

Mentre stavo accasciato sulla panca accanto al tavolino ch’era l’unico mobile del casotto, lo vedevo levarsi la maglia bagnata, tirandosela sulla testa come una pelle che si staccava intera dal suo corpo rossastro; ed era tranquillo come se invece di un uomo avesse pescato un pesce. Per cambiarsi anche i calzoni mi volse semplicemente le spalle, poi tornò verso di me legandoseli con una cordicella; e dovette accorgersi della mia tristezza perché mi guardò fisso, sospettoso.

Anch’io lo guardavo; li feci cenno ch’era stato lui la causa prima della mia disgrazia; egli intese, non del tutto, però. Doveva sospettare del