Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/164

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pareva anzi fatto dallo stesso pittore, perché aveva le medesime tinte accese: solo che era di profilo, e aveva una curiosa rassomiglianza coi ritratti di Dante quali si vedono nelle illustrazioni dei libri di scuola.

La stanza era piuttosto tetra, quasi come la nostra; dalla finestra penetrava l’acqua, che la serva asciugava con uno straccio: e anche la donna era immelanconita, con uno scialletto nero che le nascondeva il bel collo e la invecchiava.

Ma d’un tratto ecco che mi ritrovo solo con lei, perché la serva s’è ritirata chiudendo dietro di sé l’uscio di cucina e il vecchio è anch’esso sparito quasi furtivamente: ella solleva la testa dal lavoro e mi guarda: mi guarda arrossendo e poi reclina di nuovo il viso.

Quello sguardo chiaro, vivo, quel rossore, mi penetrano l’anima, ne illuminano gli angoli più neri, come lampi in una notte oscura. Mi sento tutto bruciare, dentro: e la verità mi percuote finalmente il cuore.