Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/209

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deserta, oltre il chiarore del fanale si spandeva la luce dei lumi della drogheria ancora aperta.

Mi fermai, deciso a fare il colpo subito. Aprii metà della persiana, spinsi metà della porta; ma subito richiusi e andai oltre. La bambina non c’era.

Ma conoscevo bene le abitudini della casa. La balia dava il latte alla bambina a quell’ora, poi cenava alla tavola coi padroni, e infine riprendeva la bimba dal salotto e la portava con sé a letto in una camera al piano superiore.

Io camminavo guardando davanti a me senza vedere nulla: pensavo che rimettendo la bimba nella culla la balia avrebbe chiuso la persiana... Non mi restava che nascondermi dentro il salotto: ma questo mi ripugnava. Eppoi potevo venire scoperto. Arrivato all’angolo della strada tornai indietro, tirai le imposte della porta finestra, accostai le persiane: tutto pareva chiuso. Bisognava però che la balia non ci badasse molto.

Ma il diavolo mi aiutava, e mi spingeva, quella sera.

La zia s’era già messa a letto, quando rientrai. Era pallida pallida, e spalancò gli occhi come svegliandosi da un sogno, sebbene non dormisse.

Io avevo il lume in mano. Vidi la fiammella