Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/49

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— Ma non prepari neppure il caffè per il dottore? La vede, dottore? Sta sempre così, come una foglia secca sul ramo.

— Ella ci preparerà il caffè — disse tranquillo il dottore. — Adesso fatemi vedere il bambino.

Il bambino piangeva, taceva, ricominciava a piangere. Bona provava un certo fastidio a sentire il chiasso nella camera, e desiderava che tutto finisse presto: che portassero via il bambino e la lasciassero di nuovo nel suo cerchio di silenzio, con la sua ombra diletta.

Ma in fondo aveva pietà della povera creatura; e le pareva, inoltre, che il cieco spiasse i suoi pensieri e la giudicasse severamente.

Che noia, anche quel disgraziato! Stava sempre lì, ai suoi piedi, come un vecchio cane lebbroso, e vedeva tutto. E lei voleva esser sola, non spiata, non distolta un attimo dal suo pensiero.

Che, inoltre, il cieco la giudicasse male, in quell’occasione, se ne convinse subito; perché nel sentire che il bambino insisteva adesso nel suo pianto lamentoso, egli disse come fra sé:

— Sembra davvero un agnello abbandonato: ma chi se ne cura? E buttatelo nell’orto, a pascer l’erba; sarà meglio per lui.

Lei stava zitta, dura: eppure quel pianto cominciava