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la vecchia serva correva a porgergli un dolce o un fiore, per farlo chetare: e di nuovo ella ricadeva nei suoi ricordi, nella sua pena, e il pianto del bambino non riusciva che ad irritarla.
Poi vennero delle visite: donne curiose, che nella loro fantasia trovavano mille spiegazioni alla oscura avventura del piccolo sperduto: e lo volevano vedere, e trovavano che rassomigliava a questo, o a quest’altro: qualcuna malignò accennando anche alle fattezze di Davide; ma Elisabetta, nonostante i suoi dubbi, difese il padrone.
— Ma non vedi piuttosto che rassomiglia alla padrona? Gli stessi occhi, lo stesso modo di guardare. Allora dovrebbe essere suo!
La cosa era così assurda che fece persino ridere le donne: una tentò di scherzare: andò da Bona e le batté la mano sulla spalla:
— Ah, avevi l’amico, ti sei fatta un figlio di nascosto, poi l’hai fatto mettere in mezzo alla strada perché Davide te lo riportasse a casa!
Ma Bona non rise; e neppure si offese: più che mai le vane chiacchiere delle donne le sembravano il rumore del vento.
Una vecchia signora ricca, vedova e senza figli disse: