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Egli rimase fuori ad aspettare il ritorno di Sarina. Si avanzò per un tratto di strada, tornò nel prato. Il sole tramontava, le cose si assopivano, ogni filo d’erba ritirava la sua ombra come chiudendo la porta di casa.

Sarina non tornava.

Egli allora dubitò che non fosse neppure uscita....

Guardò le finestre chiuse, e per un confuso senso di orgoglio si allontanò verso casa.

Era già quasi sera.

Quel crepuscolo che si addensava lento e stranamente scialbo dopo il tramonto luminoso, aveva un sapore di cenere.

Egli sentì freddo, rientrando nella sua casa. Il gatto sonnecchiava sul focolare, come nei giorni d’inverno; gli oggetti ancora qua e là chiari di qualche riflesso parvero come un tempo guardarlo e seguirlo con la loro immota attenzione in ogni suo movimento.

Ed egli sentiva che qualche cosa di mi-