Pagina:Deledda - Il segreto dell'uomo solitario, 1921.djvu/73

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dato nella sabbia calda dove immergeva le mani con la sensazione di toccare qualche cosa di vivo come una carne così tenera che gli si scioglieva fra le dita.

Ad accrescere questo senso di serena voluttà il sole e l’aria gli penetravano in ogni poro, dandogli come un’ubriachezza d’etere; ma ecco il cane balzargli intorno e rompere quel velo di sogno.

Si sollevò spaventato; poi tosto si rimise giù col viso sulla sabbia e chiuse gli occhi come fanno i bambini per nascondersi. Avrebbe voluto seppellirsi vivo, piuttosto che farsi vedere così, nudo, dalla donna che si avanzava.

Si avanzava bianca fra l’oro e l’azzurro della spiaggia: ed egli aveva l’impressione che in breve gli sarebbe davanti alta fino al cielo, col suo cane feroce pronto a sbranarlo.

Il cuore gli batteva contro la sabbia, di collera, ma anche di un oscuro turbamento simile alla paura. Sentiva la voce della donna che pareva incitasse il cane alla corsa, alla caccia, ma sempre più lontana. Il brusìo fra i cespugli era cessato. Allora tornò a sollevarsi, cauto, e vide il cane che nuotava scuotendo la testa bagnata a fior d’acqua. La padrona, ferma sulla riva lo incitava ad allontanarsi, poi lo richiamava; finchè l’ani-