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nata nel mio dolore, nella mia miseria. Bisogna proprio aver fede in un’altra vita, dove solo ai buoni è concesso di riunirsi a Dio e alle persone amate, per vincere il terrore della solitudine interna ed esterna di questa vita mortale. Pare di camminare al buio, nella nebbia, in un lungo deserto dove neppure esistono le emozioni del pericolo perchè anima vivente non si cura di te; pare così, ma in fondo non è; la luce e la compagnia delle persone amate è dentro il nostro cuore; altrimenti questo cesserebbe di camminare, e se cammina è appunto per attraversare lo spazio desolato che ci separa dal grande paese dove il dolore non esiste più.

Ma tutte queste cose le sai meglio di me, — dice poi con un risolino di compiacenza per l’evidente interesse con cui si vede ascoltata: — piuttosto ti racconterò un fatto curioso, dal quale, se vuoi, puoi trarre una novella. Mettendoci un po’ di arte, come tu puoi fare, diventa una novella straordinaria: io ci ho pensato, anzi volevo scriverla io, ma mi tocca troppo, è una cosa troppo mia perchè io possa scriverla. Però ho bisogno di raccontarla, e sono venuta da te per questo.

Dunque, dopo il primo stordimento per la mia disgrazia, per campare la vita e tener fronte ai miei impegni, ho dovuto affittare la casa: io mi sono ritirata in due stanzette del sot-