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La prima confessione 255


— Bambina, — egli disse, immobile come dipinto sullo sfondo arboreo della riva, — io sono venuto qui per cercarti. Tutte le altre pecorelle sono tornate all’ovile; anche tuo padre viene alla messa e s’è accostato alla santa comunione. Tu sola fuggi via ancora, tu sola vivi ancora con le bestioline del bosco e della riva. È tempo che anche tu ti ricordi di essere cristiana.

Ella prese coraggio, ella che contrastava a tu per tu coi peggiori ragazzacci del paese.

— È ben quello che volevo dire, sior prevosto; non sono una pecorella, io.

— Brava, brava, — egli disse contento; — allora mettiti lì a sedere e discorriamo.


*


Ella si mise a sedere in faccia a lui; voleva dirgli: — discorriamo pure, ma io a confessarmi non ci vengo, no; — la sua sfacciataggine però non arrivava a tanto; l’idea che egli in persona era venuto a cercare di lei la riempiva di orgoglio, e già anzi il pensiero di offrirgli qualche cosa, fosse pure un uovo d’anatra, come si usa coi buoni ospiti, germogliava in lei.

— Gina, — egli disse, con le bianche mani giunte e bassa la testa, quasi fosse lei la santa e