Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/112

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— domandò poi, — sapete qualche cosa? È ancora lassù, o è ritornata a Nuoro?

— Cosa ne so io? Cosa ne so io? — gridò zia Bisaccia agitando le dita. — So solamente che tu ti stai rovinando, Melchiorre Carta! A me non importano i fatti tuoi; ma, se tu vieni ad aver dei guai io non voglio seccature in casa mia. Io ti vendo il latte, ti lavo e ti rattoppo, e tu mi paghi e va bene: non è che io abbia bisogno della tua miseria, tu sai bene che in casa mia io sto bene; che la mia casa è piena come un uovo; che in casa mia c’è pane — e contava con la destra le dita della sinistra — in casa mia vino, in casa mia formaggio, in casa mia lana, in casa mia olio, in casa mia lardo, in casa mia....

— Accidenti! — completò Melchiorre, che seguiva con gli occhi i movimenti di quelle grosse dita livide.

— ....Infine, io non ho bisogno del tuo latte di capra, questo volevo dire, e voglio vivere tranquilla, e se per caso tu caschi in mano della giustizia io non voglio che vengano a seccarmi in casa mia....

— Quasi che non sappiate cosa sia la giustizia! — disse l’altro ironicamente, accennando ai tre figli detenuti.