Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/129

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il portarti dove ti porterò io non è poi un colpo d’archibugio sardo che ti trapassi il cuoricino! Vieni: resterai là solo fino a stanotte; sì, laggiù; ti butterò fronde e siepi, e non creperai; vieni, vieni, Fior di pervinca; è necessario che tu venga, alò!

Ogni tanto si volgeva scrutando le chine deserte; anche la capretta torceva il capo belando, ma nessuna delle sue compagne già lontane rispondeva. Così la povera Fior di pervinca si trovò in fondo a uno speco ombreggiato da folti cespugli, imprigionata fra grosse pietre che Basilio fece rotolare dall’alto. Come aveva promesso, egli buttò poi fronde d’elce e manate di fieno, e rimase finchè la capretta cessò di belare. Poi s’allontanò di corsa: le capre meriggiavano tranquille, nessuno s’era accorto della sua assenza; e solo sul tardi, al declinar del sole, egli fece sapere al padrone che Fior di pervinca mancava.

— Va a cercarla! — disse Melchiorre, dopo essersi assicurato della verità. — E se non la riconduci, non ricomparirmi davanti, poltronaccio accidioso.

Egli se ne andò allegramente verso la chiesetta: all’uscir del bosco vide il sole,