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Bisaccia che voleva citarlo per le foglie strappate alla vite.
— Pascolo abusivo! Quella donna deve aver in corpo lo spirito del male! Va al diavolo!
Ma tacque dell’incontro con Paska, e per tutta l’ora della siesta, invece d’assopirsi morbosamente come nei giorni passati, sdraiato pancia a terra, con le punte dei piedi e i gomiti fissi al suolo, il mento sulle mani intrecciate, escogitò il modo di tornare segretamente da lei. L’idea di rivederla gli dava un piacere ardente: la vampa di sole che gli batteva sul dorso e sulle reni gli ricordava il contatto con lei. Non sapeva come avrebbe fatto per andare, ma sapeva che a tutti i costi sarebbe andato. A un tratto si alzò e assicuratosi che nessuno lo vedeva afferrò per le corna una giovane capra nera che meriggiava alla corta ombra di un cespuglio, la fece alzare e se la trascinò dietro riluttante, parlandole dolcemente per convincerla a seguirlo con docilità.
— Vieni, vieni con me, Fior di pervinca, vieni, che non è poi per ammazzarti. Cammini o non cammini, bella mia? Andiamo, caprettina, andiamo, che