Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/143

Da Wikisource.

— 129 —



VII.



Ma nè l’indomani nè poi Melchiorre gli rivolse parole di rimprovero. Venne e passò il settembre, venne e s’inoltrò l’ottobre. A giorni imperversava il vento, cangiando gli elci in altrettanti demoni dalle cento braccia pazzamente mosse, dai cento urli profondi; e pioveva, e faceva freddo, e la nebbia umida e amara saliva, scendeva, ondeggiava, avvolgendo il bosco e le roccie in grigi velari. Poi vennero i soavi giorni d’autunno. L’erba fine e lucente rinasceva sulle chine, sul molle terreno che fumava al sole: e le roccie scoperte apparvero lavate e chiare, il musco e l’edera s’imbrunirono, e tutto il bosco, dai tronchi alle foglie, prese una tinta scura e triste. Ma il sole d’autunno era dolce e tiepido in quei pomeriggi tranquilli: dal mare salivano bianchi vapori, che diventavano piccolissime nuvole candide e rotonde, e seguivano il sole in lenta marcia e lo raggiungevano e lo velavano. Allora il suo disco argenteo senza

     Deledda. Il vecchio della montagna. 9